- Free return
la nostra anima.
Facciamo blue-jeans. Lo facciamo da sempre, da quando nel 1952 Francesco Bacci e sua moglie Giuliana confezionarono il loro primo Roy Roger's utilizzando denim americano.
E siamo stati i primi in Italia.
Siamo anche stati i primi a produrre una collezione di jeans dedicati alle donne, un'idea quasi sovversiva se pensiamo che erano gli anni 50 e che all'epoca i blue-jeans erano considerati solo dei pantaloni da lavoro.
Questa attitudine al cambiamento e l'attenzione al mondo che ci circonda sono ancora oggi nello spirito di Sevenbell, che da piccola manifattura di famiglia è diventata un'azienda presente in tutto il mondo.
la tua storia.
Oggi i Roy Roger's sono il risultato di una costante ricerca di materiali di altissima qualità - il nostro denim arriva dagli States, dall'Europa e dal Giappone - e dalla sperimentazione continua di lavaggi innovativi, lavorazione artigianali e tecnologie all'avanguardia. Ma soprattutto, dalla capacità di rielaborare i modelli storici per concepire nuovi modi di indossare e vivere il blue-jeans.
Un capo che nasce storicamente come abito da lavoro ma che negli anni è diventato un cult, una vera e propria icona di stile. E che oggi diventa anche l'interprete della personalità di chi lo indossa.
Ecco perchè continuiamo a sperimentare. Ed ecco perchè, ancora oggi, realizziamo capi su misura: perchè siamo convinti che ogni Roy Roger's appartenga a chi si riconosce nella nostra storia e vuole raccontare la propria.
la differenza.
Come riconoscere un Roy Roger's? Beh, certamente dal triangolo nero sulla tasca posteriore, che da sempre è la nostra firma.
Ma anche dalle cerniere sulle tasche posteriori, un'idea nata negli anni 50 e brevettata dal brand per proteggere gli effetti personali durante il lavoro.
Così come la "pocket money" sul davanti, pensata per avere sempre a portata di mano gli spiccioli.
Un vero Roy Roger's si riconosce soprattutto per la qualità della materia prima e delle lavorazioni artigianali: perchè ogni nostro capo è unico e irripetibile, come chi lo indossa.
dipende da cosa scegli
di fare oggi.
Quando parliamo di qualità non intendiamo solo la scelta di materie prime eccellenti e lavorazioni innovative. Perchè crediamo che la qualità dipenda anche dal modo in cui un prodotto viene realizzato.
E quindi da un lato siamo orgogliosi della nostra artigianalità italiana, dall'altro ci impegniamo costantemente per diminuire il nostro impatto ambientale e arricchire le collezioni di modelli realizzati con cotoni organici o riciclati.
E abbiamo scelto di utilizzare packaging eco-sostenibili e riciclabili.
E abbiamo adeguato la nostra sede produttiva nel rispetto dei più alti standard di risparmio energetico. Perchè siamo convinti che ogni piccola scelta sia cruciale per costruire un mondo migliore.
Roy Roger's nasce come un'azienda "di famiglia" ed è così ancora oggi. Tre generazioni che condividono lo stesso sogno del nonno Francesco e portano avanti l'intuizione di Fulvio Biondi, che nei primi anni 2000 diede un nuovo sprint al brand con l'idea che "Non c'è futuro se non hai una vera storia": perchè solo con una continua ricerca e con l'attitudine al cambiamento si può affrontare il futuro, ma senza mai dimenticare il proprio passato.
1952 Attratto dal denim - il nuovo tessuto americano unico per colore e resistenza - Francesco Bacci parte alla volta di New York e stipula un accordo con la Cone Mills Corporation, tempio della produzione denim americana, una partnership che continua ancora oggi.
Nasce Roy Roger's, il primo blu-jeans in denim americano realizzato in Italia.
Una piccola curiosità: Roy Roger's era il nome di un sarto americano che alla fine dell'800 realizzava le salopette da lavoro dei contadini californiani. Francesco Bacci rimase colpito dalla sua storia e scelse di utilizzarlo come nome del brand, in onore della tradizione americana dalla quale era tanto affascinato.
Il tessuto è rigido, difficile da cucire, tanto che i due coniugi decidono di utilizzare le macchine destinate alla lavorazione della pelle per riuscire a confezionare i primi jeans. I pantaloni si presentano duri al tatto, ma hanno già alcuni particolari che ancora oggi identificano i Roy Roger's: le cerniere sulle tasche posteriori (un brevetto depositato negli anni 50'), e la famosa "pocket money".
1960/70 Esplode il fenomeno Roy Roger's: i jeans si ammorbidiscono con i lavaggi domestici e da abbigliamento da lavoro diventano capi per tutti i giorni. Sono resistentissimi e diventano un segno distintivo delle nuove generazioni. Un capo iconico, un simbolo di rottura con l'abbigliamento formale, rappresenta l'autodeterminazione e l'indipendenza dai modelli sociali delle generazioni precedenti.
1965 Roy Roger's lancia la prima collezione di blue-jeans dedicata alle donne: un'idea rivoluzionaria per quei tempi, che cambia la prospettiva del mercato: il bluejeans non è più solo un pantalone da lavoro ma diventa un capo casual a tutti gli effetti.
Viene inaugurata la nuova sede, a pochi chilometri dall'azienda storica.
Un esempio di architettura all'avanguardia dal punto di vista di eco sostenibilità e di tecnologia: il nuovo edificio, di 7500 mq, è dotato di pale eoliche disegnate da Philippe Starck, di impianti fotovoltaici e di recupero delle acque reflue. Un importante passo verso la riduzione dell'impatto ambientale e un investimento concreto in ottica della eco-sostenibilità aziendale.
Negli stessi anni viene aperto il primo store monomarca Roy Roger's a Firenze, città natale del brand, al quale seguirono nuove aperture a Milano, Bologna e Forte dei Marmi.
L'azienda entra nel mercato globale investendo in infrastrutture e comunicazione: viene inaugurata la piattaforma e-commerce e messa in atto una strategia di comunicazione capace di dare al brand un sapore internazionale, con un tocco glam e contemporaneo.
Obiettivo raggiunto anche grazie alla collaborazione con grandi fotografi della moda, come Francesco Carrozzini, che firma lo shooting della collezione 2017 e Rankin, che realizza gli scatti per la collezione autunno-inverno 2018.